1. Nelle Tavv. e.6.a/b dei i vincoli geologici sono riportate le aree a rischio frana, valanga e di esondazione, per le quali dovrà essere redatto specifico Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI). In attesa dell’appovazione del Piano che disciplinerà gl’interventi consenti in dette aree valgono le misure di salvaguardia approvate con Delibera di Giunta Regionale n. 873 del 17 giuno 2003.
2. Lo studio di microzonazione sismica di livello 1 e 2 validato dalla
Regione Marche in data 24/06/2019 individua nel territorio comunale le
seguenti categorie di aree che possono presentare criticità in prospettiva
sismica (Rif. Livello 1 Carta Microzone omogenee in prospettiva sismica
locale - MOPS):
a) per possibili fenomeni di liquefazione;
b) per possibili instabilità di versante.Per ogni area sono stati inoltre individuati i fattori di amplifi cazione sismica (livello 2) suddivisi per i seguenti periodi:
_ tra 0,1 e 0,5 secondi (rif. carta FA0105);
_ tra 0,4 e 0,8 secondi (rif. carta FA0408);
_ tra 0,7 e 1,1 secondi (rif. carta FA0711).
PRESCRIZIONI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO
Fatta salva la normativa vigente in materia di progettazione, valutazione e adeguamento sismico degli edifici, nelle aree che possono presentare criticità in prospettiva sismica (Rif. Livello 1 Carta Microzone omogenee in prospettiva sismica locale – MOPS) dovranno essere eseguite specifiche indagini allo scopo di accertare l’esatta pericolosità sismica locale secondo le normative vigenti e come di seguito precisato.
Aree stabili suscettibili di amplificazione locale. Nell’ambito di tali zone dovrà essere determinata la velocità delle onde di taglio VS al fine di ricostruire il modello sismo-stratigrafico locale, utilizzando appropriate indagini sismiche o in foro (cross-hole, downhole, cono simico) o in superficie (ES: Masw, Re.Mi, ESAC, simica a rifrazione). Si suggerisce l’impiego di misure di rumore sismico ambientale a stagione singola (tecnica HVSR), al fine di stabilire la frequenza fondamentale di vibrazione dei terreni (o il periodo proprio), da confrontarsi con le frequenze proprie degli edifici. Nella ricostruzione del modello dovrà essere prestata particolare attenzione nelle zone in cui sono presenti morfologie sepolte come scarpate, paleoalvei e, in particolare, valli sepolte in cui potrebbero verificarsi fenomeni amplifi cativi di natura bidimensionale. Le indagini dovranno inoltre prendere in considerazione i possibili effetti topografici (non tenuti in considerazione nei fattori di amplificazione calcolati nello studio di microzonazione) dovuti a pendii, creste o picchi isolati; nell’ambito di tali zone dovranno essere eseguite specifiche analisi per valutare l’effettiva amplificabilità di sito.
Si suggerisce inoltre l’utilizzo di procedure avanzate di risposta sismica locale, in sostituzione all’approccio semplificato (categoria di sottosuolo), nei contesti geologici in cui sono presenti elevati contrasti di rigidità e/o sono presenti morfologie sepolte articolate tali da generare forti amplificazioni del moto sismico di base.
Aree di attenzione per instabilità per possibili fenomeni di liquefazione ed instabilità di versante.
In tali zone dovranno essere definiti gli interventi necessari a mitigare i fenomeni di instabilità potenzialmente attesi in caso di sisma, considerando non solo l’area d’interesse ma anche un ragionevole intorno della stessa entro il quale si potranno manifestare gli effetti dell’instabilità. Per le aree soggette a potenziale liquefazione dovranno essere verificate le condizioni predisponenti e dovrà essere determinato il Potenziale di Liquefazione tramite opportune correlazioni da prove dirette (come ad esempio CPT o CPTU) in relazione anche a quanto stabilito dalle Linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da liquefazioni (fonte CENTRO MS). Per aree soggette ad instabilità di versante si dovranno verificare, tramite un’analisi di stabilità dei pendii, le condizioni specifiche del sito, in particolare dovranno essere valutati i fattori di sicurezza sia in condizioni statiche che dinamiche (come prescritto dalle Normative) con l’obbiettivo di valutare la necessità di eseguire interventi idonei per mitigare il rischio.
Elaborati di riferimento Microzonazione Sismica:>
- serie “e” Tavole 7.1 a/b Microzonazione Sismica – MOPS Livello 1 (scala 1:10.000);
- serie “e” Tavole 7.2 a/b Microzonazione Sismica – FA 0,1-0,5 sec – Livello 2 (scala 1:10.000);
- serie “e” Tavole 7.3 a/b Microzonazione Sismica – FA 0,4-0,8 sec – Livello 2 (scala 1:10.000);
- serie “e” Tavole 7.4 a/b Microzonazione Sismica – FA 0,7-1,1 sec – Livello 2 (scala 1:10.000);
- serie “e” Tavole 7.5 a/b Microzonazione Sismica – Carta delle Indagini (scala 1:10.000);
- serie “e” Tavole 7.6 Microzonazione Sismica – Relazione Sismica Illustrativa.