Art:4.2.5.6-Ambito V2.1: Crinale e falesia del san Bartolo



1.La conservazione delle formazioni boschive naturali è giustificata dalla loro scarsa diffusione sul territorio e dal loro discreto stato di conservazione. Esse ospitano inoltre specie mediterranee di notevole valore fitogeografico e specie floristiche rare nel territorio.
Nei boschi cedui degradati e all’interno delle formazioni boschive che mostrano segni di sofferenza della vegetazione a causa di incendi, erosione o degrado di origine antropica, gli interventi di manutenzione devono essere finalizzati ad una riconversione graduale delle formazioni boschive verso cenosi più stabili ( avviamento all’alto fusto) recuperando la funzionalità ecologica, salvaguardando la ricchezza floristica del sottobosco (anche attraverso limitazioni d’uso e percorrenza), guidando le dinamiche spontanee in direzione dell’alto fusto, compatibilmente con la natura del suolo e le relative potenzialità di evoluzione dell’impianto.
All’interno dei boschi esistenti e di nuovo impianto è fatto divieto di transito a moto ed autoveicoli privati. Qualora per il completamento della rete viabilistica forestale si dovessero realizzare nuovi tratti stradali, le carreggiate dovranno essere rapportate alle dimensioni minime consentite rispetto al tipo di veicoli di servizio che dovranno percorrerle. La pavimentazione delle carreggiate dovrà essere costituita da terra battuta o terra battuta stabilizzata con leganti. E’ escluso l’uso di manti stradali impermeabili.
2. E’ da limitare la diffusione degli aggruppamenti a robinia e ad ailanto.
3.Gli interventi all’interno degli impianti artificiali di specie estranee alla vegetazione autoctona, costituiti prevalentemente da conifere (pino d’Aleppo ...) o latifoglie esotiche (robinia...), dovranno favorire la colonizzazione e la ripresa graduale della vegetazione spontanea, accompagnando la crescita ed il ristabilimento delle specie arboree ed arbustive autoctone con opportuni diradamenti delle conifere (che spesso presentano gravi segni di sofferenza) ed eventuale potenziamento della vegetazione pioniera.
4. Nelle fasce di margine dei boschi, nei punti di contatto con le strade, lungo i percorsi interni ed intorno alle radure frequentate con intensità, qualora la presenza di specie infestanti indichi uno stato di degrado del suolo o della vegetazione spontanea, dovranno essere attuati interventi di protezione da effettuarsi con arbusteti a massima copertura del suolo, utilizzando specie presenti o potenziali del bosco esistente. Dovranno essere realizzati interventi di ripulitura lungo percorsi e strade per almeno 10 m di profondità su entrambi i lati.
5. Gli impluvi principali e secondari, i corsi d’acqua e tutte le infrastrutture atte a favorire l’assorbimento ed il corretto deflusso delle acque meteoriche, devono essere oggetto di una manutenzione costante, finalizzata a:
-rimozione dei rifiuti solidi, dei massi e di eventuali alberature abbattute che possono causare ostacolo al regolare deflusso delle acque;
-adeguato consolidamento dei versanti interessati dal deflusso delle acque attraverso opere di ingegneria naturalistica e di rinaturalizzazione delle sponde dissestate o in frana con strutture flessibili ed eventuale impianto di specie igrofile autoctone coerenti con la composizione vegetazionale del bosco potenziale (cfr. catalogo della vegetazione potenziale).
6. Nelle aree abbandonate dal pascolo, in particolare quelle che si trovano in contatto con formazioni boschive esistenti, le dinamiche spontanee di recupero del bosco dovranno essere assecondate ed indirizzate verso la stabilizzazione di formazioni arboree ed arbustive, mediante idonee sistemazioni del suolo, protezione dei margini, controllo delle specie infestanti ed eventuali integrazioni vegetazionali. Sui versanti più acclivi e nelle stazioni meno favorevoli, è previsto il rimboschimento con specie autoctone.
7. Dovranno essere favoriti interventi di protezione degli incolti erbacei a diverso grado di sviluppo, in particolare nell’area più ripida delle falesia ove l’attuale copertura a canna del Reno costituisce uno stadio duraturo svolgente un’importante funzione dal punto di vista della regimazione delle acque meteoriche e della stabilizzazione del versante (contenimento dell’erosione della parte superiore della falesia...). Dovrà essere favorita inoltre la rimozione della vegetazione infestante.
3. Nei casi in cui il bosco naturale derivi da un rimboschimento, o da una coltivazione legnosa preesistente e in via di abbandono come per i frutteti abbandonati intorno a Ginestreto, il rinnovamento del bosco spontaneo di latifoglie risulta favorito dalla preesistenza di elementi arborei: il bosco naturale si sostituisce al rimboschimento senza passare per uno stadio arbustivo. Sono vietati tutti gli interventi che possono ostacolare questo processo di sostituzione spontanea, fatte salve le situazioni nelle quali la conformazione morfologica del suolo consente la ripresa dell’attività agricola.
9. Scelta delle specie: catalogo della vegetazione potenziale.