Art:4.2.5.7-Ambito V2.2: crinale del Genica



1.Nei boschi cedui degradati e all’interno delle formazioni boschive che mostrano segni di sofferenza della vegetazione a causa di incendi, erosione o degrado di origine antropica, gli interventi di manutenzione devono essere finalizzati ad una riconversione graduale delle formazioni boschive verso cenosi più stabili (avviamento all’alto fusto) recuperando la funzionalità ecologica, salvaguardando la ricchezza floristica del sottobosco (anche attraverso limitazioni d’uso e percorrenza), guidando le dinamiche spontanee in direzione dell’alto fusto, compatibilmente con la natura del suolo e le relative potenzialità di evoluzione dell’impianto.
2. E’ da limitare la diffusione degli aggruppamenti a robinia e ad ailanto.
3. Nei casi in cui il bosco naturale derivi da un rimboschimento, o da una coltivazione legnosa preesistente e in via di abbandono come per i frutteti abbandonati intorno a Ginestreto, il rinnovamento del bosco spontaneo di latifoglie risulta favorito dalla preesistenza di elementi arborei: il bosco naturale si sostituisce al rimboschimento senza passare per uno stadio arbustivo. Sono vietati tutti gli interventi che possono ostacolare questo processo di sostituzione spontanea.
4. Nelle aree abbandonate dal pascolo, in particolare quelle che si trovano in contatto con formazioni boschive esistenti, le dinamiche spontanee di recupero del bosco dovranno essere assecondate ed indirizzate verso la stabilizzazione di formazioni arboree ed arbustive, mediante idonee sistemazioni del suolo, protezione dei margini, controllo delle specie infestanti ed eventuali integrazioni vegetazionali. In caso di arbusteti troppo compatti, limitanti per il successivo sviluppo delle formazioni boschive, si potrà procedere ad una riduzione della copertura arbustiva.
5. E’ previsto l’inserimento, prevalentemente lungo i percorsi pedonali e ciclabili, di nuove siepi e nuove fasce boscate, allo scopo di potenziare la rete di “corridoi ecologici” indispensabile per la corretta fruizione dell’ambiente rurale e per il riequilibrio biologico del territorio.
6. L’impianto di nuovi filari è previsto laddove queste tipologie corrono il rischio di estinzione. In questo caso si prevede l’utilizzo esclusivo di specie spontanee dotate di buona rusticità e dovrà essere privilegiata una disposizione spaziale che tenga conto della vicinanza, connessione e densità degli elementi per favorire gli scambi ecologici.
7. Scelta delle specie: specie dei tre cataloghi.