Capo:4.4.7-Schema Direttore: Il San Bartolo (SD7)


Capo:4.4.1-Schema Direttore: L'interquartieri (SD1)
Capo:4.4.2-Schema Direttore: La nuovissima Montelabbatese e le aree produttive (SD2).
Capo:4.4.3-Schema direttore: Il Foglia (SD3)
Capo:4.4.4-Schema Direttore: Il fronte mare (SD4)
Capo:4.4.5-Schema Direttore: Il decumano (SD5)
Capo:4.4.6-Schema Direttore: Il decumano della residenza (SD6)
Capo:4.4.7-Schema Direttore: Il San Bartolo (SD7)
Capo:4.4.8-Schema Direttore: la strada dei quartieri (SD8)
Capo:4.4.9-Schema Direttore: Il Cuneo Verde (SD9).

Obiettivo del progetto parco, che dovrà essere redatto ed adottato dall’Ente Parco, è rendere possibile la convivenza tra esigenze di tutela e protezione ambientale e paesistica - che sono alla base dell’istituzione del parco - di continuità e consolidamento degli usi attuali (collegati in modo particolare alla residenza e alle pratiche agricole) ed i possibili usi futuri (pratiche dello sport e del tempo libero, osservazione naturalistica ed attività di educazione ambientale).
Le indicazioni progettuali contenute nelle tavv. “Usi del suolo e modalità di intervento”, le relative NTA e le indicazioni della presente scheda rappresentano una proposta del PRG2000 per la redazione del futuro progetto di parco.
Il progetto del parco del San Bartolo dovrà perseguire i seguenti principali obiettivi:
- il consolidamento degli attuali abitati attraverso anche tramite adeguate e coerenti espansioni residenziali quali centri residenziali di notevole valore paesistico-ambientale nell’ambito delle politiche di riuso dell’area a parco in cui sono inseriti;
- la ristrutturazione della strada panoramica come strada-parco con la realizzazione di belvedere e punti di sosta in corrispondenza anche degli abitati nonchè la realizzazione di un bypasse stradale per l’abitato di Fiorenzuola in modo da liberare il centro dal traffico di attraversamento;
- la messa in sicurezza delle aree interessate da fenomeni di instabilità idrogeologica diffusa e/o concentrata;
- il potenziamento delle coperture vegetazionali naturali mediante interventi di protezione degli arbusteti stabili, in particolare nell’area più ripida della falesia, ove la colonizzazione da canna del Reno svolge un’importante funzione dal punto di vista della regimazione delle acque meteoriche e della stabilizzazione del versante;
- tutela delle dinamiche di espansione della copertura vegetazionale naturale, in particolare nelle aree di coltivi abbandonati in cui l’evoluzione della vegetazione verso cenosi più mature ha dato origine a ginestreti;
- la protezione dei margini ed il potenziamento della stratificazione vegetazionale delle formazioni boschive naturali e seminaturali
- la riconversione ad alto fusto delle formazioni boschive ceduate;
- il diradamento dei rimboschimenti di conifere per favorire l’affermarsi della vegetazione spontanea;
- la protezione ed il potenziamento della trama di corridoi ecologici (boschetti lineari lungo impluvi e corsi d’acqua, siepi lungo rotture di pendenza);
- la rilettura delle trame insediative storiche, mediante la rifunzionalizzazione della rete di percorrenze minori - compresi gli accessi al mare nel tratto meno acclive della falesia - con le relative sistemazioni di margine.
L’assetto proposto riguarda in particolare alcuni temi:
- l ‘individuazione del parco (urbano) marino, nel tratto di falesia meno acclive e più prossimo alla città di Pesaro ;
- il parco naturale vero e proprio, serbatoio di naturalità a carattere locale, corrispondente alla parte più acclive della falesia ed alla fascia sommitale del promontorio;
- il parco agricolo, sul versante rivolto verso l’entroterra;
- le fasce di accesso al parco, dal fondovalle al piede del promontorio (connessioni interambientali), nelle quali sono concentrati quasi tutti gli interventi di nuovo impianto (vegetazione ed attrezzature). Da un punto di vista ambientale, queste aree - attraversando il territorio coltivato- mettono in connessione diretta l’area del serbatoio di naturalità (falesia e fascia sommitale del promontorio) con l’ambiente del fondovalle. Da un punto di vista funzionale, esse segnalano i punti di accesso al parco, ponendosi a ridosso dei percorsi che storicamente collegano il fondovalle ai centri di crinale (è il caso delle strade di collegamento Colombarone - Casteldimezzo e Siligata - Fiorenzuola di Focara).
Ulteriori luoghi/temi di progetto sono :
- la ristrutturazione dell’Adriatica come strada “lenta”, che presuppone interventi di ridefinizione dell’immagine della strada per “tratti”, tenendo conto della distribuzione dei punti di accesso al parco e con particolare riferimento agli abitati di Siligate e Colombarone, che vanno protetti dal traffico veicolare di scorrimento;
- la ridefinizione della fascia tangenziale - fosso della Ranocchia - Adriatica con la realizzazione di barriere vegetali di compensazione degli impatti dovuti alla nuova infrastruttura di collegamento e interventi di potenziamento vegetazionale della “connessione umida” - fosso della Ranocchia - e di protezione del margine del parco naturale, oltre che di definizione delle reti ciclo-pedonali tra il San Bartolo e le colline ;
- gli accessi carrabili al San Bartolo: grammatica dei bordi, delle aree attrezzate e degli “innesti” pedonali e ciclabili.